Senatore percepisce 20000 al mese, dopo aver lavorato per 2 giorni

Sono diverse migliaia le persone che il 6 Marzo non si sono recate alle urne per esercitare il diritto di voto. Tale decisione è giustificata perlopiù dalla sfiducia che gli italiani nutrono nei confronti di una classe politica reputata insensibile alle reali esigenze della popolazione. Nelle ultime ore i nostri reporter sono venuti a conoscenza di un caso che, se diffuso in modo opportuno tramite i media tradizionali,  potrebbe contribuire ad accrescere ulteriormente un disprezzo verso la casta che ormai rasenta livelli sconcertanti. Le notizie a noi pervenute riguardano Aldo Ribaldi, un imprenditore toscano sessantenne, eletto nel 2013 al Senato della Repubblica per la coalizione A.L.N (Alleanza privilegi nazionali). Ribaldi avrebbe presenziato ad una sola seduta dell'intera legislatura, presentando le proprie dimissioni il giorno seguente e prestando quindi un'opera complessiva di sole 12 ore lavorative, in quanto il secondo giorno di lavoro, seppur regolarmente retribuito, è stato impiegato per formalizzare la fine della propria carriera da Senatore. Ciò che risulta da un verbale redatto dall'ufficio gestione personale politico della Camera Alta è sconvolgente: Ribaldi pare aver rassegnato le proprie dimissioni , per via di un contesto da lui definito ostile e non idoneo al regolare svolgimento di un'attività di interesse nazionale. "In Senato si respira un'aria poco collaborativa, i grillini mi attaccano in continuazione soltanto perché difendo gli interessi di tutti e sottolineo tutti i politici italiani, compresi quelli del movimento cinque stelle. Per loro dovrei tagliarmi lo stipendio, ma senza un salario dignitoso come faccio a lavorare serenamente?!? Dicono che il nostro partito è nato per difendere la casta a spada tratta...Ma di che cosa stiamo parlando?!? Pensano forse che la politica sia un hobby? Questi sono fuori di testa, sono degli esaltati. Io non resterò un minuto di più in questa gabbia di matti e ho deciso perciò di dimettermi. Chiaramente non intendo rinunciare alla rendita che spetta per legge a tutti i parlamentari italiani." Una rendita, quella a cui Ribaldi faceva riferimento nel verbale, chiamata "Fondo pensionistico d'urgenza per senatori e deputati renitenti" che garantisce un minimo di 15 000 euro mensili ai parlamentari che entro il primo giorno lavorativo hanno appurato la presenza di condizioni lavorative  deleterie per il proprio equilibrio psicofisico. In questo caso il parlamentare sessantenne ha avuto diritto ad un incremento della somma a lui spettante mensilmente, per via del riconoscimento da parte del Senato di un'aggravante consistente in una "Reiterata azione di Mobbing da parte dei colleghi appartenenti ai più svariati schieramenti politici". Non sono ovviamente mancate le critiche alla vicenda da parte di alcuni parlamentari ( ricordiamo che la vicenda non ha ancora raggiunto una diffusione capillare). Lara De Onestis (M5S), ad esempio,  ha chiesto l'immediata cancellazione della norma che ha permesso al senatore di beneficiare di una rendita vitalizia, dopo appena due giorni di lavoro. Ci auguriamo che  al rinnovamento dei due rami del Parlamento segua l'abolizione di privilegi del genere.

Commenti

  1. E poi mancano i soldi per pagare le pensioni ai lavoratori. VERGOGNA.

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  2. Ma vergogna di che? E' una fake; informarsi, verificare prima di commentare

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